La tecnica tradizionale prevede un intervento minimamente invasivo, veloce e indolore. Richiede 10-12 minuti per l’esecuzione in day-hospital. Nella fase di preparazione all’intervento, la superficie dell’occhio da operare viene trattata con un collirio anestetico. È prevista anche una lieve sedazione, somministrata per rendere la procedura più confortevole per il paziente e per il medico chirurgo.
La facoemulsificazione, eseguita al microscopio per ingrandire i dettagli dell’occhio, è preceduta da un piccolo taglio nella zona tra la cornea e la sclera (il bianco dell’occhio) per aprire la capsula che avvolge il cristallino e consentire l’introduzione del facoemulsificatore, strumento dotato di una punta che, vibrando alla velocità 40-50.000 volte al secondo (circa), genera degli ultrasuoni che determinano la frantumazione del cristallino catarattoso.
Questa stessa punta poi asporta i pezzi frantumati e lascia vuota la capsula del cristallino.
La fase successiva dell’intervento consiste nell’inserimento del cristallino artificiale sostitutivo detto IOL (Intraocular Lense). Questo viene posizionato all’interno della capsula, si adagia in essa spiegando le sue anse e fissandosi in periferia con esse e rimane sospeso nell’occhio dietro all’iride e davanti al vitreo.
Alla fine dell’intervento viene applicata una coppetta di protezione sull’occhio operato ed il paziente può lasciare la sala operatoria pochi minuti dopo. Il primo controllo post-operatorio avviene di norma nei 2-3 giorni successivi. A domicilio dovrà instillare delle gocce di collirio antibiotico per 3-4 settimane. Nei primi giorni successivi all’intervento il paziente deve evitare sforzi fisici eccessivi ed indossare degli occhiali scuri protettivi ed una mascherina di notte ma può riprendere tranquillamente le sue normali attività.